Bartleby, Xm 24 e Tsunami: La crisi dei centri sociali

da Il Corriere di Bologna / Politica, reportage del 15 ottobre 2012

Lo spazio di via San Petronio Vecchio è a rischio sgombero. Stessa musica in via Larga. E i cantieri di via Gobetti

BOLOGNA – Un destino comune unisce spazi occupati e autogestiti della città: sgomberi e demolizioni. Realtà diverse tra loro ma accomunate dall’incertezza lanciano il loro grido di allarme per non scomparire. C’è chi ha promosso una petizione online, come l’Xm24, che potrebbe perdere parte dei suoi spazi a causa di cantieri stradali e chi invece è con l’acqua alla gola e ha le ore contate: Bartleby in via San Petronio Vecchio e l’Officina Tsunami di via Larga. Grattacapi per Palazzo d’Accursio, l’Alma Mater e per i presidenti di Quartiere.

 

XM 24 E CANTIERI – Da dieci giorni il centro sociale di via Fioravanti ha lanciato una petizione online per chiedere una mobilitazione contro i lavori stradali che potrebbero portare alla demolizione di buona parte della sua struttura. La realizzazione di una maxirotonda in via Gobetti mette a rischio palestra e cucina, ma anche il piazzale dove da dieci anni si svolge ogni giovedì il mercatino biologico. «Vogliamo che l’amministrazione si prenda le sue responsabilità, quei cantieri non erano previsti nel laboratorio di urbanistica partecipata – spiegano dall’Xm 24 –. Abbiamo chiesto un incontro ma al momento ci sono state solo promesse. Stiamo provando a raccogliere la solidarietà, abbiamo raccolto già 2330 firme, aspettiamo ma non abbiamo intenzione di rinunciare ai nostri progetti».

«LAVORI INDISPENSABILI» – Il presidente del Quartiere Navile, Daniele Ara, sta provando a fare da mediatore tra Palazzo d’Accursio e il centro sociale: «Ci sono due assessorati impegnati nella vicenda, Urbanistica e Cultura. È allo studio un piano da presentare all’Xm 24, ma quella rotonda deve essere fatta perché funzionale alla mobilità della zona. Bisogna capire come sistemare meglio gli spazi. Per esempio il mercatino potrebbe anche essere spostato».

 

IL «MUSEO» DI VIA LARGA – Circa un anno fa un’area dismessa del quartiere San Vitale è stata occupata e recuperata per fare spazio a un «house project»: locali aperti e a disposizione di artisti per incrementare un museo in divenire. Secondo gli ideatori dell’Officina Tsunami si tratta del «primo esperimento italiano di questo tipo». Oltre alle opere d’arte, sono stati avviati dei laboratori e organizzati degli eventi musicali che hanno generato il malumore di alcuni residenti della zona. Lamentele arrivate alla proprietà del locale (una società di Roma), che non ha intenzione di rinnovare la convenzione con gli occupanti. «I problemi sono stati risolti – spiega una di loro –, per questo chiediamo di rimanere. In quest’anno abbiamo trasformato un covo di spacciatori in uno spazio aperto a tutti e apprezzato anche dagli anziani. Ci hanno pure dato una mano. Adesso abbiamo ricevuto l’ordine di sgombero e ci resta poco tempo per fare qualcosa». I ragazzi dicono di aver chiesto aiuto a Milena Naldi, presidente del quartiere San Vitale, che però ammette non poter fare nulla per sostenerli: «Si tratta di una trattativa tra privati nella quale Comune e Quartiere non hanno voce in capitolo. Il recupero di spazi urbani è sicuramente positivo, anche se le lamentele per il rumore e altri problemi ci sono stati».

BARTLEBY E L’UNIVERSITA’ – In questi giorni sta andando in scena l’ennesima puntata della telenovela di via San Petronio Vecchio. Sul suo sito Bartleby annuncia delle iniziative di resistenza a un possibile sgombero in arrivo nei prossimi giorni. Nato nel 2009 in via Capo Di Lucca, per volere di precari, musicisti, studenti e ricercatori, lo spazio autogestito dal 2010 si è spostato in dei locali assegnati dall’Università. La convenzione è scaduta l’anno scorso e il termine per abbandonarli scade il 17 ottobre. «Provano a eliminarci con un tratto di penna – si legge sul portale di Bartleby –. Avremo bisogno di tutta la solidarietà di chi ci ha sostenuto in questi anni». Per questo il 16 e il 17 ottobre sono state organizzate due giornate di iniziative per lanciare l’ennesimo appello all’Alma Mater e convincerla a fare marcia indietro.

Mauro Giordano

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